Regno Unito: il governo pressato sulla regolazione dell’AI

Un rapporto redatto da membri del Parlamento chiede di tenere il passo con la governance dell’innovazione dell’AI per il timore che Stati Uniti e UE ottengano un vantaggio e che siano altre giurisdizioni a stabilire gli standard internazionali

Pubblicato il 05 Set 2023

Pierluigi Sandonnini

giornalista

Un rapporto redatto da membri del Parlamento (MP) invita il governo del Regno Unito ad affrontare le sfide essenziali per la sicurezza dell’AI, tra cui le questioni relative alla proprietà intellettuale e all’occupazione. Il rapporto intermedio, pubblicato dal Comitato per la scienza, l’innovazione e la tecnologia, avverte di “un imperativo crescente” per garantire che la governance dell’AI e i quadri normativi non rimangano “irrimediabilmente indietro rispetto al ritmo dell’innovazione tecnologica”.

“I responsabili politici devono adottare misure per sfruttare in modo sicuro i vantaggi della tecnologia e incoraggiare le innovazioni future, fornendo al contempo una protezione credibile contro i danni”, si legge nel rapporto.

Indice degli argomenti:

Dodici sfide della governance dell’AI

Il rapporto definisce 12 sfide della governance dell’AI che devono essere affrontate nei quadri futuri.

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Tra queste, le questioni relative ai pregiudizi nei sistemi di AI, all’uso per travisare deliberatamente qualcuno e alla promozione della trasparenza.

Le 12 sfide sono:

  1. Pregiudizi. L’intelligenza artificiale può introdurre o perpetuare pregiudizi che la società ritiene inaccettabili.
  2. Privacy. L’intelligenza artificiale può consentire l’identificazione di individui e l’utilizzo di informazioni personali su di loro in modi diversi da quelli desiderati dal pubblico.
  3. Travisamento. L’AI può consentire la generazione di materiale che deliberatamente travisa il comportamento, le opinioni o il carattere di qualcuno.
  4. Accesso ai dati. L’AI più potente ha bisogno di serie di dati molto grandi, che sono in possesso di poche organizzazioni.
  5. Accesso al calcolo. Lo sviluppo di una potente intelligenza artificiale richiede una notevole potenza di calcolo, il cui accesso è limitato a poche organizzazioni.
  6. Scatola nera. Alcuni modelli e strumenti di AI non sono in grado di spiegare perché producono un determinato risultato, il che rappresenta una sfida ai requisiti di trasparenza.
  7. Open source. Richiedere che il codice sia disponibile apertamente può promuovere la trasparenza e l’innovazione; consentire che sia proprietario può concentrare il potere di mercato ma permettere una regolamentazione più affidabile dei danni.
  8. Proprietà intellettuale e copyright. Alcuni modelli e strumenti di AI fanno uso di contenuti altrui: La politica deve stabilire i diritti degli autori di questi contenuti e farli rispettare.
  9. Responsabilità. Se i modelli e gli strumenti di AI vengono utilizzati da terzi per arrecare danni, la politica deve stabilire se gli sviluppatori o i fornitori della tecnologia sono responsabili dei danni arrecati.
  10. Occupazione. L’AI sconvolgerà molti lavori che le persone svolgono e che sono disponibili a svolgere. I responsabili politici devono anticipare e gestire l’interruzione.
  11. Coordinamento internazionale. L’AI è una tecnologia globale e lo sviluppo di quadri di governance per regolarne l’uso deve essere un’impresa internazionale.
  12. Esistenziale. Alcuni pensano che l’AI rappresenti una grave minaccia per la vita umana: se questa è una possibilità, la governance deve fornire protezioni per la sicurezza nazionale.

L’inclusione di un punto relativo al diritto d’autore fa seguito a un precedente rapporto dei parlamentari che chiedevano al governo di dare seguito alla sua promessa di eliminare le regole che consentono agli sviluppatori di AI di addestrare modelli su opere protette. Il governo si era impegnato a eliminare la norma già a febbraio, ma non si è mosso in tal senso.

L’approccio del Regno Unito a favore dell’innovazione rischia di far perdere terreno al Paese

Alla fine di marzo, il governo britannico ha pubblicato un Libro bianco che incarica le autorità di regolamentazione di stabilire regole individuali in materia di AI, sostenendo un approccio all’AI più “favorevole all’innovazione” rispetto alle controparti come l’UE.

In risposta al Libro bianco, i deputati del Comitato per la scienza, l’innovazione e la tecnologia hanno affermato che “dovrebbe essere accolto con favore come uno sforzo iniziale”, ma rischia di rimanere indietro rispetto al ritmo di sviluppo dell’AI.

I deputati sostengono che il Regno Unito rischia di rimanere indietro, dato che sono le altre giurisdizioni a stabilire gli standard internazionali.

Il comitato ha invitato il governo a introdurre una “legge sull’AI strettamente incentrata” per “aiutare, non ostacolare” i tentativi del Paese di diventare leader nella governance dell’AI. Il primo ministro Rishi Sunak ha sempre cercato di posizionare il Paese come leader dell’AI.

“Senza uno sforzo serio, rapido ed efficace per stabilire i giusti quadri di governance – e per garantire un ruolo di primo piano nelle iniziative internazionali – le altre giurisdizioni ruberanno terreno e i quadri da loro stabiliti potrebbero diventare il default, anche se meno efficaci di quelli che il Regno Unito può offrire”, hanno sostenuto i deputati.

Il governo britannico ha definito le ambizioni del prossimo vertice mondiale sulla sicurezza dell’AI che si terrà a novembre.

Ci sono preoccupazioni riguardo a nazioni come la Cina – che ha adottato un approccio più autoritario nei confronti dell’AI – sull’opportunità di essere invitate all’evento. Il rapporto afferma che gli inviti dovrebbero essere “estesi al più ampio numero possibile di Paesi” e che si dovrebbe istituire un forum esclusivamente per “i Paesi che condividono i valori liberali e democratici, per garantire una protezione reciproca contro quegli attori, statali e no, che sono nemici di questi valori e che userebbero l’AI per raggiungere i loro scopi”.

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