Intel promette una rivoluzione nel computing e porta avanti gli Xeon

I nuovi processori Intel Core Ultra 7, con Neural Processing Unit a basso consumo, arriveranno su centinaia di nuovi Pc. Gli Xeon di quinta generazione puntano su efficienza e prestazioni per l’AI.

LA PIÙ GRANDE TRASFORMAZIONE DEGLI ULTIMI 20 ANNI?

La nuova architettura Meteor Lake è di tipo ibrido e si compone di Cpu, Gpu, un Soc con Npu integrata e un modulo I/O con intefaccia PCIe Gen5 e Thunderbolt 4. Il produttore promette “prestazioni eccezionali” su tutti i fronti, dalla potenza di calcolo alla grafica, dall’efficienza energetica alle funzioni di intelligenza artificiale. E Intel si esprime senza mezze misure: il computing basato su AI rappresenta “la più grande trasformazione dell’esperienza d’uso del Pc da vent’anni a questa parte”, da quando cioè la piattaforma Centrino consentì la connettività Wi-Fi ubiqua, liberando i Pc portatili dall’obbligo dei cavi di rete.

I nuovi processori  Core Ultra saranno adottati da molti dei computer di fascia alta in arrivo nel 2024 (230 tra Pc notebook e desktop), ma hanno già debuttato su modelli come l’Asus Zenbook 14. Oltre agli accordi con gli Oem, Intel ha stretto alleanza con un centinaio di società software che si sono impegnate a sviluppare applicazioni per Pc basate su intelligenza artificiale, per la produttività, la creatività, il gaming e l’intrattenimento. 

Una intelligenza artificiale onnipresente, che parte naturalmente dai semiconduttori per trasformare il mondo del personal computing e i data center. Con lo slogan “AI Everywhere” Intel ha annunciato i nuovi processori Intel Core Ultra 7 Intel Xeon di quinta generazione in occasione di un evento tenutosi a New York. Mentre la rivale Nvidia primeggia nelle Gpu e stringe alleanze e accordi commerciali con i principali fornitori di cloud pubblico, Intel continua a consolidare la propria leadership nel segmento dei system-on-chip destinati a Pc e server.

Nel mondo dei personal computer la novità sono i chip Core Ultra mobile, i primi basati sulla tecnologia di processo Intel 4 e i primi a beneficiare di quello che l’azienda ha definito “il più grande cambio di architettura da 40 anni a questa parte”. Per la prima volta Intel ha integrato su un chip un acceleratore di AI (cioè una Npu, Neural Processing Unit) a basso consumo, che permette - a detta dell’azienda - un’efficienza energetica 2,5 volte superiore a quella dei Core Ultra di precedente generazione.

Pat Gelsinger, Ceo di Intel

AI IN PRIMO PIANO NEGLI INTEL XEON

Nel mondo dei data center, l’annuncio è quello degli Intel Xeon di quinta generazione, anch’essi già al debutto sul mercato (sui nuovi server ThinkSystem di Lenovo). Questa piattaforma segna progressi in termini di prestazioni e consumi energetici:(+21%, in media, rispetto agli Xeon di quarta generazione a parità di potenza termica e +36% di   prestazioni per Watt. 

Anche in questo caso le applicazioni e le funzionalità di intelligenza artificiale sono in primo piano. Intel sottolinea che si tratta dell’unico processore mainstream per data center con accelerazione AI integrata, che offre fino al 42%  di risorse in più per nferenza e fine-tuning anche su modelli delle dimensioni di 20 miliardi di parametri. Inoltre, grazie a ottimizzazioni software e a funzioni di telemetria, è una piattaforma indicata per i carichi di lavoro edge di provider di telecomunicazioni, reti di distribuzione di contenuti, retail, sanità e manifatturiero.

Durante l'evento newyorkese, l’amministratore delegato Pat Gelsinger ha presentato in anteprima l’acceleratore AI Intel Gaudi3, in arrivo il prossimo anno: si tratta di un componente che supporta applicazioni di deep learning e modelli di AI generativa. “Si prevede che l’innovazione nel campo dell’AI possa accrescere l’impatto dell’economia digitale fino a rappresentare un terzo del PIL globale”, ha dichiarato Gelsinger. “Intel sta sviluppando le tecnologie e soluzioni che consentiranno agli utenti di integrare senza soluzione di continuità e di implementare l’AI nelle loro applicazioni: nel cloud e, in misura sempre maggiore, localmente all’edge dove i dati vengono generati e utilizzati”.

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