Europa e intelligenza artificiale: gli errori e le opportunità
Con un avviso a pagamento compare oggi sul Corriere della Sera, a pagina 32, il manifesto-denucia degli imprenditori e delle imprese impegnati nel prossimo decennio nello sviluppo dell’universo generativo che genera l’aumento del 10% del Pil globale.
Angiolino LONARDISettembre 21, 2024
2 minuti di lettura
AI technology microchip background digital transformation concept
Condividi
L’iniziativa è frutto di un coinvolgimento che ha messo aassieme Meta e Exor, Prada e Infobalt, Criteo e Ericsson. 30 aziende a fare da battistrada, le altre si accoderaanno, perché l’avviso a pagamento ha come obiettivo di reclutarne di nuove, quante più possibili: “unisciti a noi”.
Se dal fronte delle aziende si vuole risalire ai protagonisti in carne ed ossa dell’iniziativa, tra i promotori troviamo tutti gli eccellenti dell’IA, Lebrun di Nabia, Launay di Adaptive, Ekhol di Ericsson, Milleri di Luxottica, fresco di accordi con Meta. Tutte stelle di prima grandezza nel firmamento dell’intelligenza. 6 gli italiani: Bertelli ,Milleri, Baroni, Tronchetti Provera, Da Empoli, Cesa-Bianchi e John Elkann, prorio nel giorno in cui le prime pagine evidenziano il provvedimento di maxi -sequesto di beni e denaro.
Che dice il manifesto-protesta? Dice che l’Europa, senza regole coerenti, si sta perdendo due momenti fondamentali nel processo di innovazione dell’Ia. Il primo riguarda lo sviluppo e lo sfruttamento di modelli “aperti” quindi immediatamente utilizabili da chiunque, sviluppabil e modificabili per centuplicare i benefici per tutti. I più recenti tra questi, quelli “multimodali” che operano fluidamente tra testo, immagini e audio, rappresentano già un salto quantico rispetto ai modelli con solo testo e la distanza tra i due mondi è paragonabile all’avere un solo senso anziché averli tutti e cinque.
Il secondo aspetto mette sotto i riflettori la capacità dell’Ue di competere. Se aziende e istituzioni vorranno investire miliardi euro per sviluppare una IA generativa che guardi in faccia i cittadini europei, queste avranno innanzitutto bisogno di regole chiare, applicate in maniera coerente, che consentano l’utilizzo dei dati europei. Negli ultimi anni è accaduto il contrario: sono entrate nel tessuto giuridico decisioni normative frammentate e imprevedibili che hanno alimentato ulteriori incerrtezze sul “tipo” di dati che possono essere utilizzati per addestrare i modelli.
La conseguenza più immediata e palpabile è che “la prossima generazione di modelli IA open source, così come i prodotti e i servizi derivanti da essi, non riusciranno a comprendere né tantomeno rifletteranno la conosceenza, la cultura o le lingue europee”. Nero su bianco, visto, letto sottoscritto.
Gli autori dell’avviso a pagamento si dichiarano confidenti che i regolatori europe comprendano la posta in gioco e le conseguenze disastrose “se non si intraprende un cambiamento di rotta”.
Ma per i protagonisti delle imprese del futuro, avezzi a linguaggi ben più morbidi, felpati ed evoluti con seguito di aggettivi sfumati e pastellati, dev’essere sembrato più che sufficiente e rivoluzionario “confidare nella comprensione”.