Deep fake e IA: così Google si blinda all’Intelligenza artificiale in vista delle presidenziali

Sul Web sta per andare in scena una lotta tra algoritmi: Google utilizzerà i propri nel tentativo di frenare i contenuti generati dall'intelligenza artificiale, dando al contempo un elenco di fonti privilegiate cui l'utente potrà attingere. Ma la soluzione di Mountain View non manca di far discutere

3 Settembre 2024 07:26

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Soltanto nelle ultime ore, il candidato repubblicano Donald Trump ha rilasciato attraverso i propri social, Facebook e Instagram inclusi, una mezza dozzina di immagini realizzate dall’intelligenza artificiale. In una si vede una folla enorme di “illegali” dare un assalto a un ospedale e vaticina cosa potrebbe accadere rendendo la sanità gratis anche a chi non è americano e non ha un lavoro, in un altro scatto un uomo armato di coltellaccio segue in un vicolo una donna nottetempo, chiara conseguenza – sostiene l’ex Presidente – dell’apertura dei confini americani. Infine c’è pure una Kamala Harris vestita da cameriera di McDonald’s a rintuzzare una polemica scoppiata tra i due avversari.

LA CARICA DI DEEP FAKE

Un tempo per produrre simili immagini serviva un team, adesso basta un algoritmo. E infatti, complice la rinnovata libertà su X concessa da Elon Musk, la Rete si sta velocemente riempiendo di immagini artefatte e di video inventati di sana pianta.

Naturalmente, le produzioni propagandistiche di Trump non creano particolari problemi: riguardano futuri possibili e non sono spacciate come reali, ma molte altre invece ritraggono candidati e politici di spicco in pose e momenti imbarazzanti col solo scopo di far perdere loro consensi. Ecco perché Google, da molti considerato come la piazza del Web, ha iniziato ad armarsi per non farsi cogliere impreparato di fronte alle prime presidenziali americane che potrebbero essere influenzate dall’Intelligenza artificiale.

GOGLE PROVA AD ARGINARE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

E dal momento che Google ormai non è più solo il principale motore di ricerca ma è un insieme di app che guidano gli utenti nella propria quotidianità, anche informativa, l’impegno assicurato dalla Big Tech statunitense si declina a seconda del software. Non solo, inizia perfino all’interno del Google Play Store che nei sistemi Android costituisce la porta di ingresso per nuove app che un utente può installare su tablet e smartphone.

Ecco perché un nuovo badge sarà apposto per identificare le app provenienti da agenzie governative ufficiali. Google ha fatto sapere di avere delineato i requisiti per le app che “comunicano informazioni governative” in un documento di aiuto per gli sviluppatori, garantendo così una maggiore trasparenza e affidabilità. L’obiettivo è quello di evitare la diffusione di fake news attraverso il proliferare di applicazioni fasulle o parziali.

MOUNTAIN VIEW STABILISCE LA GERARCHIA DELLE FONTI

Lotta dura a deep fake e contenuti generati maliziosamente dall’Intelligenza artificiale anche su Youtube, piattaforma video dai connotati sempre più social che Google ha acquisito nel 2006 per 1,6 miliardi di dollari. In vista delle elezioni gli utenti visioneranno pannelli informativi sopra i risultati di ricerca per i candidati alle elezioni federali.

Questi moduli includeranno dettagli di base come il partito politico di appartenenza e un link a Google Search per ulteriori informazioni. In alcuni casi, potrebbe essere incluso anche un link al sito web ufficiale del candidato. Insomma, un modo per creare una gerarchia delle fonti e mettere alcuni “punti fermi” nel mare magnum di video che potrebbero uscire a ogni ricerca.

GOOGLE COMBATTE LE FAKE NEWS DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Sul fronte dei contenuti generati attraverso l’Intelligenza artificiale, Google introdurrà nuovi avvisi ed etichette di contenuto, con tanto di filigrane digitali SynthID incorporate per testi, audio, immagini e video creati dall’IA. Gli avvisi sulla veridicità dei contenuti proposti si applicheranno a panoramiche AI di Search, ai riassunti generati dall’IA per le chat dal vivo di YouTube, ai Gems (chatbot personalizzati con istruzioni create dagli utenti) e alla generazione di immagini dello stesso Gemini, l’algoritmo di casa Google.

L’ACCESSO A INFORMAZIONI E DATABASE “CERTIFICATI”

Ma il fulcro del Web resta comunque Google Search. Qui pare chiaro l’obiettivo di dare priorità a dati genuini e informazioni veritiere, visto quanto successo nel recente passato con l’assalto al Campidoglio. Da Mountain View hanno fatto sapere che tutti gli utenti avranno accesso a risorse aggregate per la registrazione degli elettori provenienti dagli uffici elettorali statali. Queste informazioni saranno fornite attraverso una partnership con Democracy Works, un’organizzazione no-profit apartitica che collabora con varie aziende per assistere gli elettori.

È la prima volta che un colosso di Internet prende simili misure in vista di un appuntamento elettorale, facendosi di fatto trovare “blindato”. Naturalmente, non mancano i commenti critici, a iniziare dal fatto che una tale gerarchia delle fonti sovverta il senso stesso del Web. Non solo: in tal modo, secondo alcuni opinionisti, Google finisce così per comportarsi come editore. In più, c’è chi fa notare che Google combatterà l’Intelligenza artificiale affidandosi all’Intelligenza artificiale e questo non sembra particolarmente rincuorante. Quel che è certo è che l’Intelligenza elettorale metterà a dura prova l’intelligenza elettorale.

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