Il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale: “L’Italia sconta un ritardo, per recuperare servono tecnologie e competenze”. Al via due progetti per potenziare la capacità di analisi, prevenzione e risposta. Previste 300 nuove risorse nel 2023, 800 nel 2028 11 Mag 2022 Patrizia Licata giornalista
La cyberwar legata alla guerra in Ucraina non finirà con il chiudersi delle ostilità sul campo. Anzi, gli attacchi informatici non faranno che cresce, su ogni fronte, e l’Italia deve attrezzare la sua cyber-difesa puntando su nuove tecnologie di analisi e strumenti di prevenzione basati sull’intelligenza artificiale. Lo ha affermato Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), intervenuto al Cybertech Europe 2022. “Anche se la guerra cesserà, io spero domattina, è chiaro che la guerra cyber non finirà, anzi aumenterà. Ci dobbiamo preparare anche a quello che sarà il futuro”, ha detto Baldoni. Fondamentale per il nostro Paese è anche il rafforzamento delle competenze. Per questo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sta elaborando due nuovi progetti e intende assumere personale, anche provando a riportare in Italia talenti che si sono trasferiti all’estero. Indice degli argomenti • Due nuovi progetti: analytics e Ai per la prevenzione • Al lavoro sulle competenze per la sovranità tecnologica • La cybersicurezza è una priorità del governo Due nuovi progetti: analytics e Ai per la prevenzione “Attualmente ci troviamo ad affrontare un attacco informatico a settimana, ma dobbiamo essere pronti per una maggiore frequenza”, ha affermato il direttore generale dell’Acn. Per questo l’Agenzia lavora a “due progetti importanti”, ha spiegato Baldoni: “Il primo, sviluppato in collaborazione con l’Unione europea, prevede di giocare d’anticipo, facendo uso di tecnologie dell’intelligenza artificiale che permettano di prevedere eventuali attacchi informatici; il secondo di elaborare una qualifica dell’Incident Response (Ir), promuovendo un’analisi degli incidenti capace di individuare le criticità ed evitare che si riproducano in futuro”. Al lavoro sulle competenze per la sovranità tecnologica L’Acn intende anche lavorare per sviluppare una maggiore consapevolezza della trasformazione digitale e dei rischi che può comportare. Baldoni ha ricordato che in Italia “il 40% dei manager non ha alcuna competenza sulla cybersicurezza”. “C’è bisogno di riprendere e sviluppare velocità”, ha sottolineato Baldoni. È una sfida che va intesa come “un cambiamento culturale che interessa ognuno di noi”, dal privato cittadino alle pubbliche amministrazioni. Per imparare a gestire il rischio informatico è necessario recuperare il ritardo nella formazione, sviluppando consapevolezza e creando i presupposti per promuovere lo sviluppo tecnologico che è alla base della sovranità tecnologica. Il ritardo dell’Italia è soprattutto questione di competenze: “Siamo 30 anni indietro rispetto alla Germania e 15 rispetto alla Francia. Per ora abbiamo un piano che ci porterà a 300 assunzioni a fine 2023 e a 800 al 2028. Bisognerà aumentare ma abbiamo i giovani su cui contare, cerchiamo di recuperare con altissima velocità”, ha detto Baldoni. L’Agenzia punta anche a far tornare in Italia giovani talenti della cybersicurezza emigrati negli ultimi venti anni: “Per le persone che vengono dall’estero significa avere uno sgravio Irpef del 70%, lavorare per il proprio Paese, prendere una parte della propria vita e dedicarla a chi verrà dopo di noi”. La cybersicurezza è una priorità del governo L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale vuole essere “un punto di riferimento per il Paese, per il settore pubblico e privato, che definisce la strada che dobbiamo percorrere per essere un Paese più consapevole dal punto di vista della resilienza”, ha ancora detto Baldoni. “Il nostro faro è il presidente del consiglio e il fatto di aver posto l’Agenzia sotto il presidente del consiglio è rilevante ed è garanzia di una uniformità sulle politiche che saranno portate avanti”. Ai fini del rafforzamento della capacità di prevenzione gli attacchi informatici ci sono 86 interventi già finanziati nel Pnrr per la pubblica amministrazione centrale. La fase di implementazione partirà “in questi giorni”, ha detto Baldoni. “Ottantasei non sono tanti”, ha aggiunto, ma “ne seguiranno altri con altre call che verranno fatte nel 2023 e a luglio si procederà con una call per la Pa locale”.
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