Bezos sogna di scalzare Google con Perplexity AI
Nata solo nel 2022, Perplexity AI è una startup di ricerca online che l'anno scorso ha ottenuto 73,6 milioni di dollari da importanti investitori ed è stata valutata circa 520 milioni di dollari. Ecco cos'ha di diverso rispetto a Google e perché potrebbe essere il motore di ricerca del futuro? Fatti, numeri e commenti
10 Gennaio 2024 14:22
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Bezos sogna di scalzare Google con Perplexity AI
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Tra i motori di ricerca non c’è competizione: Google regna sovrana. È l’ammissione di sconfitta di Microsoft, la confessione di un manager interno che ha rivelato pratiche non proprio oneste e l’ipotesi che probabilmente sarà anche l’unico a guadagnarci dalla disfatta dei giornali per mano dell’intelligenza artificiale (IA). Ma Jeff Bezos ha pronunciato una profezia: Google verrà detronizzata da Perplexity AI.
COS’È PERPLEXITY AI
Perplexity AI è una startup che offre una piattaforma che funge da motore di ricerca in grado di fornire risposte grazie all’intelligenza artificiale. A differenza di Google e simili, anziché generare un elenco di pagine, dà immediatamente all’utente le informazioni che stava cercando, con tanto di fonti e citazioni. Riesce a farlo perché è alimentata da una serie di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), da OpenAI al modello open-source Llama di Meta.
L’anno scorso la startup ha dichiarato di aver risolto più di 500 milioni di query nel 2023 spendendo pochi dollari di marketing e, secondo i dati di Similarweb, il suo sito web e il web mobile hanno registrato 45 milioni di visite lo scorso dicembre, rispetto ai 2,2 milioni di quando il servizio è stato reso disponibile nel dicembre 2022.
CHI C’È DIETRO
A fondare Perplexity AI nel 2022 a San Francisco sono stati Aravind Srinivas (Ceo) e Denis Yarats (Cto). Nato in India, Srinivas si è messo sotto a studiare il deep learning per arrivare a Berkeley, dove ha ottenuto un dottorato. Cresciuto con film come I Pirati di Silicon Valley e The Social Network e con il mito dell’ex ad di Google Larry Page, ha svolto uno stage presso DeepMind a Londra per poi collaborare con il noto informatico Ashish Vaswani. È stato anche in OpenAI.
Yarats è un dottorando presso la New York University e alla Facebook AI Research, oltre che visiting PhD student alla Berkeley. Ha scritto diversi articoli sull’apprendimento automatico (machine learning).
Come raccontato in un’intervista da Srinivas, solo qualche anno fa il deep learning sembrava ancora qualcosa di esclusivamente accademico, ma nell’estate del 2022 startup di intelligenza artificiale generativa come Jasper e GitHub Copilot hanno iniziato a produrre ricavi reali e il crescente entusiasmo degli utenti lo ha convinto che i suoi interessi non erano più solo di tipo scientifico. Da lì ha dato avvio a Perplexity AI.
FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Per realizzare il suo sogno lo hanno sostenuto finanziariamente investitori come Elad Gil (co-fondatore della società di tecnologie per la salute Color) e Nat Friedman (ex Ceo di gitHub), oltre a Yarats e Johnny Ho e Andy Konwinski, che hanno ugualmente partecipato alla fondazione di Perplexity AI.
Con il passare dei mesi, l’interesse degli investitori si è fatto sempre più vivo e, nel marzo dello scorso anno, la startup ha raccolto 25,6 milioni di dollari in un round guidato dal venture capitale New Enterprise Associates (Nea).
Recentemente anche il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, si è mostrato molto interessato, al punto che ha deciso non solo di investirci ma anche di sbilanciarsi affermando che, nel campo dei motori di ricerca, Perplexity AI supererà Google, che attualmente detiene circa il 90% della quota di mercato.
Nell’ultimo round di finanziamenti – a cui hanno partecipato Bezos, Nvidia, Databricks e Bessemer Venture Partners – la società ha ottenuto 73,6 milioni di dollari ed è stata valutata circa 520 milioni di dollari.
L’azienda, riferisce Reuters, prevede di utilizzare i finanziamenti per assumere e costruire i prodotti. Attualmente conta 38 persone e prevede di arrivare a circa 60 entro la fine dell’anno.
PERPLEXITY AI SUPERERÀ DAVVERO GOOGLE?
“Google sarà visto come qualcosa di vecchio e superato, mentre Perplexity sarà visto come qualcosa di nuova generazione e che rappresenta il futuro”, afferma con convinzione Srinivas, il quale ritiene che il vantaggio della startup sta nell’attenzione e nella capacità di mettere a punto una serie di modelli di intelligenza artificiale dalle prestazioni ottimali, invece di concentrarsi su uno solo.
Sebbene la sua rapida crescita non sia da sottovalutare, la startup – ricorda Reuters – non è redditizia e genera ricavi a una sola cifra all’anno, tuttavia è rilevante nel panorama della ricerca online. Anche Microsoft, finanziatore di OpenAI, ha integrato l’intelligenza artificiale nel suo motore di ricerca Bing, ma finora non è riuscita a sottrarre importanti quote di mercato all’insuperato Google.
“Non stanno cercando di battere Google adesso”, ha dichiarato al Wall Street Journal Cack Wilhelm, socio di Institutional Venture Partners, che ha guidato l’ultimo round di finanziamenti di Perplexity AI, il che fa pensare che alla startup sappiano benissimo che raggiungere un simile risultato è bene non bruciare le tappe e che la strada è ancora lunga.
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