Indiscrezioni parlano di un ulteriore taglio di personale previsto. Si punta sui chatbot come Galactica, una tecnologia però ancora da perfezionare.
Pubblicato il 13 febbraio 2023 da Redazione
Le cattive notizie per i dipendenti di Meta non sono finite. Secondo indiscrezioni del Financial Times sarebbero previsti altri licenziamenti, dopo il taglio di undicimila posti di lavoro (il 13% del totale) già annunciato lo scorso novembre. Un ulteriore giro di vite in uno dei tanti piani di ristrutturazione avviati da grandi multinazionali tecnologiche, tra cui Alphabet, Amazon, Intel, Microsoft e Salesforce.
Al momento nessuna conferma ufficiale da parte dell’azienda proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp. Ma le recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg, a commento dei numeri dell’ultima trimestrale, non sarebbero incoerenti con la scelta di licenziare ancora: il Ceo ha annunciato che il 2023 sarà “l’anno dell’efficienza” e che l’azienda punta a diventare “più forte e agile”. Parole che si prestano a diverse interpretazioni. Di certo c’è che i ricavi continuano a scendere di trimestre in trimestre.
La parziale buona notizia è che in Italia la società ha recentemente raggiunto un accordo con i sindacati per limitare il più possibile i tagli. Lasceranno l’azienda solo dodici persone e il criterio di scelta sarà la presentazione di dimissioni volontarie.
La scommessa nei chatbot e l’insuccesso di Galactica
Nonostante la promessa di efficienza e agilità, Meta non potrà smettere di investire ed esplorare nuovi mercati, come d’altra parte sta già cercando di fare con l’ancora immaturo metaverso. Oggi la frenesia è tutta rivolta all’intelligenza artificiale generativa, sulla scia del successo (non privo di controversie) di ChatGpt. Questa tecnologia, come noto, è entrata nell’orbita di Microsoft grazie all’investimento in OpenAI, la società sviluppatrice, mentre Alphabet ha sviluppato internamente un software dello stesso tipo, Bart.
Sia l’azienda di Redmond sia quella di Mountain View puntano, tra le altre cose, a rivoluzionare il settore delle ricerche Web portando nuove abilità di interpretazione e di scrittura nei motori Bing e Google Search. E in Cina Baidu sta facendo lo stesso: per tre anni la società ha testato internamente una tecnologia ribattezzata Ernie (Enhanced Representation through Knowledge Integration) e si prepara a presentarla ufficialmente nel mese di marzo.
Meta non è estranea alla competizione sull’AI generativa. lo scorso novembre è stato svelato Galactica, un modello linguistico che è stato allenata su dati di letteratura scientifica e accademica, rivolto soprattutto a chi si occupa di studio o ricerca in ambito scientifico. Galactica è stata presentata come una tecnologia capace di “riassumere letteratura accademica, risolvere problemi matematici, generare articoli Wiki, scrivere codice scientifico, annotare molecole e proteine, e altro”. Dopo il lancio della demo pubblica, il chatbot è poi tornato nel circolo chiuso di Meta e dei ricercatori che ne facciano richiesta.
Ha infatti dimostrato di essere una tecnologia ancora imperfetta, che può dare risposte “incomplete o inaccurate” Così scrive Joelle Pineau, managing director, Fundamental AI Research di Meta, ma è un eufemismo. Tra le altre cose, Galactica ha affermato castronerie di ogni genere, tra l’errore storico e il surreale: ha detto che l’Unione Sovietica ha spedito un orso nello spazio, che il Colosseo è un centro commerciale, che la Silicon Valley è gestita da Steve Jobs.
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